"I tuoi cinque zecchini, dall'oggi al domani diventeranno duemila", disse la Volpe. "Duemila!" ripeté il Gatto. "Ma com'è mai possibile che diventino tanti?" domandò Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore. "Te lo spiego subito", disse la Volpe.
"Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c'è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d'oro. Poi ricopri la buca con un po' di terra: l'annaffi con due secchie d'acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell'albero carico di tanti zecchini d'oro, quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno." "Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza "appena che questi zecchini gli avrò raccolti, ne prenderò per me duemila e gli altri cinquecento di più li darò in regalo a
voi altri due".
"Noi, gridò allora la Volpe, non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri".
Non so perché (anzi, lo so perchè) mi abbia preso l'impulso di riportare la storia all'idea che Paolo Mieli e Massimo D'Alema stiano consigliando Gianfranco Fini.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento