Le accuse contro Prodi sono ritenute «generiche, vaghe e inidonee a fornire dati concreti su presunti favori a Saladino», e così il tribunale di Catanzaro stralcia la posizione di Prodi dall'inchiesta Why not. Caso chiuso anche per altre otto persone.
Ma vorrei ricordare che «Why not» è l’inchiesta che fu istruita dall'ex-pm Luigi De Magistris (che a questa inchiesta deve la sua notorietà ed ora è eurodeputato per l'Italia dei Valori nonchè moralizzatore via tv) e che ha portato alla caduta del governo Prodi ma.....lui non c'entrava nulla.
Prodi era estraneo alle contestazioni rivoltegli dal pm De Magistris così come Berlusconi era estraneo alle contestazioni che gli venivano mosse dalla procura di Milano nel '94. Anche in questo caso l'ex-pm si dette alla politica e ora fa il moralizzatore; anche in questo caso cadde il governo Berlusconi ma ..... lui non c'entrava nulla.
Questo è solo un parallelo, ma torniamo al De Magistris, detto "Gigineddu flop".
E si, perchè l'inchiesta Why not non è l’unico castello di carte giudiziarie eretto da De Magistris poi crollato.
Inquisì la madre di una sua collega di tribunale, che fu prosciolta.
Indagò il marito di un’altra collega: anche lui uscì immacolato.
Il Consiglio giudiziario di Catanzaro bocciò la sua nomina a magistrato di Corte d’appello in quanto le sue «inconcludenti fonti di prova» erano in realtà «rapporti personali tra indagati».
A Salerno è stato prosciolto da una cognata di Michele Santoro dalle accuse di abuso d’ufficio (indagò oltre i termini concessi) e concorso in diffusione di notizie coperte da segreto.
Si è occupato di reati contro la pubblica amministrazione dal 1996, appena insediato a Catanzaro, ma nessuno dei suoi indagati è mai stato condannato per reati amministrativi.
Ha fatto spendere montagne di soldi pubblici per consulenze che non hanno portato a nulla. Perfino Massimo Di Noia, avvocato di Tonino Di Pietro, chiese provvedimenti giudiziari contro il pm. «I procedimenti da lui istruiti, di grande impatto sociale perché istruiti contro i cosiddetti colletti bianchi, erano quasi tutti abortiti con provvedimenti di archiviazione, con sentenze di non doversi procedere e con sentenze ampiamente assolutorie»: parole messe nero su bianco dal magistrato Bruno Arcuri del Consiglio giudiziario di Catanzaro, il quale ne propose di bocciare la promozione di De Magistris elencando «una serie numerosissima di insuccessi», di «procedimenti infausti e immotivati», di «errori evitabili ed evidenziati dall’organo giudicante», di «violazioni manifeste di legge, addirittura diritti costituzionali», di «tecniche di indagine discutibili».
Una «patologia forse unica nel panorama delle iniziative di un pm».
Nel 2003 De Magistris pose sotto sequestro due villaggi turistici a Botricello. Diciotto indagati. Un blocco di quattro anni con perdita dei finanziamenti europei già stanziati (nove miliardi di lire). Nel 2007 il gip Tiziana Macrì, prosciolse tutti lodandone «la condotta corretta e trasparente».
Nel 2004 sequestrò un cantiere a Davoli Marina, subito dissequestrato dal tribunale della libertà. Nel 2007 mise i sigilli al centro turistico ecologico Marinagri: un investimento finanziato da Stato e regione, con opere per 100 milioni di euro, 47 imprese appaltatrici, 1.800 lavoratori. Tutto fermo perché il pm paventava inondazioni. Centinaia di famiglie della zona di Policoro rovinate dal sequestro hanno fondato l’associazione Vittime di De Magistris, con tanto di statuto, sito internet, rassegna stampa e recapiti telefonici.
Magari domani si iscrive pure Prodi.
Ecco, questo è il curriculum, tutto nero su bianco, del personaggio che è divenuto beniamino di Santoro & friends e che noi italiani abbiamo mandato a Bruxelles solo per la sovraesposizione mediatica che ha avuto il caso Why not.
Annozero dedicò varie puntate al caso Why not; Perchè ora non ne pubblicizza la conclusione? E perchè Travaglio, soprannominato il ventriloquo di Ingroia, aduso a leggere le carte delle varie procure, non ci parla mai del curriculum di De Magistris?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento