Il Fatto Quotidiano continua a mostrare di essere il palcoscenico cabarettistico personale di Marco Travaglio e della sua banda di intrattenitori del pubblico risentimento.
Non c'è passatempo migliore della lettura quotidiana del Fatto per chi macina odio come carburante sociale, per chi prova il gusto anche macabro del dileggio, per chi coltiva l'astio più nero e irrecuperabile.
Oggi, in prima pagina c'è Craxi, e uno s'aspetta, dopo dieci anni, l'ombra dell'appagamento dovuto almeno al ricorrere della scomparsa del nemico, ma niente, l'odio di Travaglio è sempre lì che brilla tirato a lucido ogni giorno.
Ma c'è ovviamente dell'altro: sul Fatto Quotidiano esiste sempre l'equazione semplice semplice: non può esserci riscatto per Craxi per il semplice motivo che Berlusconi è il suo erede, il prosecutore delle sue nefande prodezze, "il degno compare che l'ha sostituito a Palazzo Chigi", dice Travaglio nello stesso articolo. I due hanno cominciato insieme e insieme devono finire.
E Paolo Flores D'Arcais, sempre sul Fatto Quotidiano, chiude il cerchio. Per Flores Berlusconi sta uccidendo la democrazia in Italia. E chi è rimasto a difenderla in una disperata ma tenace resistenza: "le manifestazioni di piazza e il caparbio eroismo della magistratura".
Berlusconi può scegliere: o in galera grazie all'eroismo dei giudici, o come disse De Magistris (un altro compare), gli garantiamo l'esilio.
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