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giovedì 21 gennaio 2010

No Change

Guardo agli Usa e penso all'Italia.
Nel primo anniversario dell'era Obama, si può dire che un conto è fare comizi, un conto è comandare. Un conto è criticare Bush, un conto è governare gli Stati Uniti.
Perché poi, nei fatti, al di là degli annunci che tanto piacciono agli zucconi italiani, la sostanza rimane ben diversa. Ed è una sostanza che è simile, molto simile, a George W Bush.
Perché Guantanamo è ancora lì, aperta, ha aumentato il budget a disposizione del Pentagono, ha lo stesso ministro di Bush, come i generali, sempre loro.
E gli Stati Uniti sono ancora in Iraq, esattamente come con Bush (non se ne è andato un soldato, e per fortuna.
E in Afghanistan? Ha aumentato i soldati (il triplo). Inoltre, nel silenzio internazionale di tutti i media bombarda ogni giorno il Pakistan (con morti). Obama è in guerra, più di Bush.
Nella notte, inoltre, è arrivata la ciliegina sulla torta del primo anniversario: i democratici hanno perso il Massachusetts, storica roccaforte progressista. Ha vinto un repubblicano. E ora rischia di ridimensionare seriamente la riforma della sanità.
Insomma, No-alla-guerra e sanità-per-tutti, che erano i cavalli di battaglia dei comizi di Obama, oggi, dopo un anno, non c’è stato nessun change.
Io spero ancora, ma la rappresentazione in carne e ossa del cambiamento e della speranza, per il momento non è riuscito a venire a capo dei poteri forti.

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