"Un’alternativa di governo deve essere credibile (nel senso di avere capacità di Governo), affidabile (togliendo ogni sospetto di volersi insediare al potere come alternativa senza alternativa) e praticabile (cioè avendo obiettivi realistici da raggiungere e realizzabili con gradualità). In assenza di questi requisiti, l’opposizione sarà destinata a restare tale ancora per anni."
Nulla da eccepire sui contenuti; queste esternazioni potrebbero far parte del bagaglio dialettico del giovane battagliero Renzi, ma in bocca al Presidente della Repubblica stonano perché danno l'impressione che egli sia preoccupato per le sorti di un’opposizione e di un partito sempre più senza idee.
Chi è super partes dovrebbe forse occuparsi più a richiamare un’opposizione che non collabora minimamente (impegnata com’è a dire sempre e comunque ‘no’) ad un minimo di coesione nazionale sui grandi temi e sulle grandi questioni utili al Paese, anziché suggerire alla stessa opposizione cosa fare per diventare credibile forza di governo.
Attenzione, può anche farlo, ma ne potrebbe risentire l’immagine di garante (appunto super partes) delle Istituzioni.
Se invece non vuole essere superpartes, può anche invitare il Governo a presentarsi di fronte alle Camere per la nomina dei nuovi sottosegretari, come realmente ha fatto, ma dovrebbe anche prestare orecchio agli applausi che la Confindustria ha riservato all’amministratore della Thyssen, o a fare attenzione alle cose che dice Vincenzo Morichini, finito sui giornali quale ipotetico collettore di tangenti destinate a Massimo D’Alema.
Ma, ormai lo sappiamo, Napolitano è sordo all'orecchio sinistro.
E infatti lui non sente che una parte consistente dell'opinione pubblica è convinta che l'attività di alcune procure sia eversiva e miri alla eliminazione di questa forma di governo del presidente del Consiglio e della classe dirigente del suo partito.
Nonostante ciò il Presidente della Repubblica, che ha l'antenna del comune sentire nazionale, e che dovrebbe ben capire come il testo di quel manifesto di Milano, al netto dell'enfasi inopportuna, di fatto voglia dire "via gli eversori dalle procure", ha pensato bene di assolvere attraverso i magistrati vittime delle Br tutta la magistratura.
Smettiamola con questa ruota del Luna Park ed ammettiamolo: è in atto una guerra che viene da lontano. E' la stessa guerra fatta con armi diverse, con tecniche diverse, con bersagli diversi, ma con lo stesso obiettivo: a nessuno spetta riformare questo paese se non a quel magma rappreso di potere in cui guazzano sinistra ex comunista, giornali, sindacati, cultura, università e, più bellicosi di tutti, certi pubblici ministeri.
Chi si frappone a questo disegno, (come casualmente il Presidente del consiglio di questa repubblica), va colpito, indebolito, meglio se arrestato.
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