Prima di introdurre il Federalismo, occorre cambiare le persone alla guida della Campania.
Faccio due esempi di imbuto burocratico "locale":
Qual è la situazione di tutti i partecipanti ai vari bandi per i contributi all'affitto, dedicati alle famiglie monoreddito o senza alcun reddito sicuro? Il Comune di Napoli su questo fronte fa letteralmente acqua da tutte le parti: I soldi sono stati stanziati, ma la commissione incaricata di valutare le pratiche e stilare l'ambita graduatoria degli aventi diritto, è ferma addirittura al bando del 2003. Cioè, tanto per intenderci, va avanti con cinque anni di ritardo rispetto ai fondi che lo Stato affida alla Regione Campania e che quest'ultima poi divide e stanzia ai Comuni che ne fanno richiesta. Morale della storia: il contributo ideato per chi ha bisogno di un aiuto per pagare la pigione viene elargito almeno dopo 5 anni. Risultando quindi inutile allo scopo.
A che punto è la situazione dei soldi stanziati nel 2006 per la concessione dei contributi per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie?
Anche in questo caso la lentezza è il tratto distintivo di Palazzo San Giacomo: tutto fermo al 2006, da poco è uscita la graduatoria provvisoria. Cui seguiranno gli inevitabili ricorsi con l'inevitabile riesamina dei casi e il successivo elenco definitivo degli aventi diritto. Insomma, siamo in alto mare.
E le due commissioni comunali che dovrebbero dare impulso alla questione casa (quella presieduta da Antonio Fellico, consigliere dei Comunisti Italiani e quella presieduta da Alfredo Giordano, eletto con i Repubblicani e poi passato al Gruppo misto) non si riuniscono da tempo immemore.
Se non cambiamo le persone e non si snelliscono le procedure comunali, il federalismo sarà la nostra fossa.
Il viaggio attraverso la babele di norme comunali, oltre 160 regolamenti, è divertente e non privo di sorprese. Per esempio: Si sta tanto parlando della possibilità di seppellire il re degli artigiani presepiali, Giuseppe Ferrigno nel vialetto degli uomini illustri al camposanto monumentale. Come se fosse facile; infatti, nonostante i solleciti, lo deve decidere un gruppo di esperti nominati ad hoc. Si chiama Commissione consultiva per il riconoscimento della qualifica di cittadino illustre, ed è costituita da 5 cinque membri nominati con decreto sindacale e scelti tra le personalità del mondo della cultura, della scienza e delle istituzioni civili e religiose più ovviamente il sindaco o un suo delegato di fiducia. È scritto nel regolamento di polizia mortuaria approvato nel 2006 dal Consiglio comunale partenopeo.
E che dire degli ostelli e dei bed&breakfast? C'è un tavolo di monitoraggio che ha il compito di vigilare sull’andamento complessivo dell’attività. È composto da 7 persone tra assessori al Turismo di Provincia, Comune e Regione, albergatori, polizia locale e polizia amministrativa.
Nemmeno l'attività della camorra ha un tavolo dedicato al monitoraggio della sua attività (magari ci fosse). Meglio dirlo sottovoce se no questi ti fanno un'altra commissione. Sciala popolo!
Ma forse più che i governanti, è il popolo napoletano che non è pronto per il federalismo. Qui ci vuole un popolo che abbia la coerenza di cacciarli a pedate.
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