Giorgio Napolitano ha riscosso unanimi, forse un po' eccessivi, elogi per la sua esternazione in risposta al manifesto, apparso a Milano, che denunciava, inopportunamente, la presenza di "nuclei delle Brigate rosse" nel tribunale del capoluogo lombardo. La cui Procura è, notoriamente, diretta da due campioni dell'obiettività e della terzietà, Edmondo Bruti Liberati e "Ilda la rossa" Boccassini.
Al contrario, non ricordo nessun richiamo,dal Capo dello Stato, che è anche il Presidente del Consiglio superiore della magistratura, sugli "eccessi" delle toghe anti-premier, sulle intercettazioni illegittime delle conversazioni telefoniche di un parlamentare,Silvio Berlusconi, sullo spostamento dell'inizio della prescrizione del reato di corruzione, nella vicenda Mills, al momento non della presunta dazione del denaro, ma all'inizio della spesa di quei soldi.
E, inoltre, mentre il presunto responsabile dell'affissione del manifesto, l'avvocato Robero Lassini, candidato del Pdl al Consiglio comunale di Milano, è indagato per "vilipendio dell'Ordine giudiziario", nessun provvedimento le toghe hanno mai assunto, e nessuna esternazione dal Quirinale è stata diffusa, contro chi accusa il premier di essere "un terrorista".
Lo ha fatto, domenica scorsa, "Il Fatto Quotidiano", che ha pubblicato un editoriale di Marco Travaglio, che invocava l' "arresto immediato" del Cavaliere, definito soavemente "un delinquentone".
E nessuna censura. mai, è piombata sull'ex deputato comunista, Alberto Asor Rosa, che, sul "Manifesto",e non in un'anonima osteria di Testaccio, ha auspicato un "golpe", allo scopo di sfrattare il legittimo inquilino di Palazzo Chigi.
A mio modesto avviso, sarebbe un errore e un segnale di debolezza l'espulsione dalla lista del Pdl al Comune di Milano del candidato Lassini, che negli anni 90 ha patito un lungo periodo di ingiusta custodia cautelare, a San Vittore, nella stessa cella dell'ingegner Cagliari, "dimenticato" in prigione da De Pasquale, che prendeva il sole a Taormina, e poi suicida.
Nell'intervento del Capo dello Stato, con preoccupazione, si intravede anche un retroterra del vecchio Pci staliniano di Palmiro Togliatti. Io ritengo che le idee, anche quelle sbagliate, contenute nel manifesto di Lassini, vadano dibattute e avversate, politicamente e in civili dibattiti.
E non spente e criminalizzate, perseguendo, penalmente, i responsabili, come avveniva nei cupi periodi delle dittature, fasciste e comuniste. Queste ultime sono state condannate, con qualche lustro di ritardo, dall'attuale primo cittadino del nostro Paese.
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