Ecco la sequenza dei fatti:
1) Nei giorni successivi al sisma, tutte le cave della zona (meno una che si defila dopo i primi incontri) si mettono insieme e costituiscono un raggruppamento temporaneo di imprese che presenta un progetto dettagliato al primo cittadino per la rimozione delle macerie. Non ottengono alcuna risposta.
2) Il 19 maggio la giunta dell’Aquila delibera all’unanimità di «individuare, stante l’urgenza di provvedere, quale primo sito da allestire come deposito temporaneo in oggetto, la ex cava Teges, in località Pontignone».
3) Nei giorni successivi il comune scrive alla Protezione civile e chiede un parere per verificare la possibilità di adottare la procedura di urgenza che permetta di evitare la gara pubblica e di procedere con affidamento diretto all’assegnazione dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti. La risposta che arriva dagli uomini di Guido Bertolaso, nel frattempo impegnati giorno e notte a gestire la prima emergenza, è interlocutoria: la legge è questa, se ritenete che ci «siano gli estremi di urgenza derivanti da eventi imprevedibili» fate pure.
4) L’8 giugno il Comune dell’Aquila invia una nota alla società T&P che gestisce la cava in questione, e le comunica l’intenzione ufficiale di procedere all’assegnazione dell’appalto. A tempo di record, la mattina successiva, la T&P fa recapitare al comune un’offerta dettagliata per la gestione e lo smaltimento delle macerie. Questa offerta viene fatta propria dalla giunta con la delibera numero 154 del 12 giugno, nella quale si dichiara esplicitamente di «accettare la proposta contrattuale e di affidare i lavori alla T&P». La firma in calce è del sindaco Cialente.
5) In sostanza, la giunta di Massimo Cialente dà l’appalto per lo smaltimento delle macerie a una società. Ed è questa società che ai primi di luglio inizia a lavorare sulle macerie. Con pochi mezzi e pochi uomini.
6) Però nelle settimane successive succede qualcosa. Gli altri cavatori si ribellano e bussano alle porte del comune chiedendo gli atti. I funzionari fanno spallucce. Viene chiesto l’intervento della polizia, che in data 6 luglio verbalizza il rifiuto e scrive che l’impiegato del comune Aldo Gianvincenzo «riferiva che non era a conoscenza della pratica». Peccato che lo stesso Gianvincenzo figuri come «minutante» (in pratica l’estensore) della delibera 154 che affida i lavori.
7) A questo punto il colpo di scena. Fiutata l’aria, la giunta Cialente si riunisce ancora il 24 luglio e mette nero su bianco la delibera numero 165. Vi si legge che nel precedente atto del 12 giugno non si deliberava di «accettare» ma di «accertare» la proposta contrattuale della T&P. Da questa verifica, effettuata con determinazione numero 176 del 22 luglio, la T&P risulta «non avere il possesso dei requisiti previsti dalla normativa per l’affidamento dei lavori».
2) Il 19 maggio la giunta dell’Aquila delibera all’unanimità di «individuare, stante l’urgenza di provvedere, quale primo sito da allestire come deposito temporaneo in oggetto, la ex cava Teges, in località Pontignone».
3) Nei giorni successivi il comune scrive alla Protezione civile e chiede un parere per verificare la possibilità di adottare la procedura di urgenza che permetta di evitare la gara pubblica e di procedere con affidamento diretto all’assegnazione dell’appalto per lo smaltimento dei rifiuti. La risposta che arriva dagli uomini di Guido Bertolaso, nel frattempo impegnati giorno e notte a gestire la prima emergenza, è interlocutoria: la legge è questa, se ritenete che ci «siano gli estremi di urgenza derivanti da eventi imprevedibili» fate pure.
4) L’8 giugno il Comune dell’Aquila invia una nota alla società T&P che gestisce la cava in questione, e le comunica l’intenzione ufficiale di procedere all’assegnazione dell’appalto. A tempo di record, la mattina successiva, la T&P fa recapitare al comune un’offerta dettagliata per la gestione e lo smaltimento delle macerie. Questa offerta viene fatta propria dalla giunta con la delibera numero 154 del 12 giugno, nella quale si dichiara esplicitamente di «accettare la proposta contrattuale e di affidare i lavori alla T&P». La firma in calce è del sindaco Cialente.
5) In sostanza, la giunta di Massimo Cialente dà l’appalto per lo smaltimento delle macerie a una società. Ed è questa società che ai primi di luglio inizia a lavorare sulle macerie. Con pochi mezzi e pochi uomini.
6) Però nelle settimane successive succede qualcosa. Gli altri cavatori si ribellano e bussano alle porte del comune chiedendo gli atti. I funzionari fanno spallucce. Viene chiesto l’intervento della polizia, che in data 6 luglio verbalizza il rifiuto e scrive che l’impiegato del comune Aldo Gianvincenzo «riferiva che non era a conoscenza della pratica». Peccato che lo stesso Gianvincenzo figuri come «minutante» (in pratica l’estensore) della delibera 154 che affida i lavori.
7) A questo punto il colpo di scena. Fiutata l’aria, la giunta Cialente si riunisce ancora il 24 luglio e mette nero su bianco la delibera numero 165. Vi si legge che nel precedente atto del 12 giugno non si deliberava di «accettare» ma di «accertare» la proposta contrattuale della T&P. Da questa verifica, effettuata con determinazione numero 176 del 22 luglio, la T&P risulta «non avere il possesso dei requisiti previsti dalla normativa per l’affidamento dei lavori».
Da quel giorno tutto è fermo e nasce ad hoc il popolo delle carriole, che ha il compito di sollevare un polverone mediatico nei confronti del governo.
4 commenti:
Controlliamo il nuovo governo! • Applaudiamolo quando fa bene, critichiamolo quando fa male. • Sarò grato a tutti gli amici, berlusconiani e antiberlusconiani, che vorranno aiutarmi in questo tentativo di informazione LIBERA.
E tu credi che copiare un articolo di Panorama sia “fare dell’infomrazione libera”?
Sono una giornalista aquilana… ti consiglio di chiudere il giornale e di prendere un autobus. Vai tu stesso a L’Aq. Parla con le persone, fa’ loro domande e soprattutto ascolta le risposte.
Poi, SOLO DOPO, apri il pc e prova a scrivere… non diventerai comunque un cronista libero (come non lo è chi mette accanto all’espressione “informazione libera” il simbolo di un partito) ma almeno farai una figura meno ridicola e bieca di chi, dal comodo divano di casa sua, si permette di dire sciocchezze copiate dal giornale del padrone… In bocca al lupo!
Viola
scusa Viola, visto che dici di essere aquilana, e con questo sottintendi di essere meglio informata sui fatti, vuoi dire quali informazioni tra quelle citate nel post sono errate, e perchè.
I fatti vanno contestati, con altri fatti, se non sono aderenti alla realtà: questo significa informazione libera e questo significa fare giornalismo. Capisco che tutto ciò comporta un minimo di fatica e di impegno , è molto più facile sputare sentenze generice ed offensive, come qualsiasi tigre da tastiera che si cela dietro l'anonimato, e da lì dare del servo a chiunque capita a tiro e non abbia le stesse idee (nel tuo caso si fa per dire, basta vedere un paio di frasi offensive fatte su ciclostile con cui tutti i troll sinistrati nascondono il vuoto pneumatico delle loro idee). E' più facile nascondersi dietro un ditino censore che portare fatti. Fino ad allora per me il tuo millantare di essere giornalista vale quanto le doti giornalistiche espresse: zero.
Forse per Viola, come per tanti altri, la vera informazione libera è solo quella de La Repubblica, l'Espresso, il Fatto eccetera. Per carità, è ovvio che ognuno tira l'acqua al suo mulino ed è difficile trovare la vera obiettività, soprattutto in un clima politico avvelenato come il nostro. Ma come giustamente dice Minnanon, contesta e critica pure quello che ti sembra sbagliato, come è tuo diritto anzi dovere, ma non farlo senza "pezze d'appoggio" e solo per partigianeria politica.
Un saluto ed un augurio ad una veloce normalizzazione de l'Aquila.
cara anonimo Viola, solo ora leggo il tuo commento.
Non avrei potuto dirti nulla di diverso da quanto scritto da Minnanon e da Claudio, che ringrazio.
In più devo dirti che non ho copiato alcun articolo di Panorama, ho solo diffuso delle verità che vengono taciute da La Repubblica, Il Fatto, L'unità.
Vedi, i lettori di questi giornali (?) sanno solo che è sorto un movimento spontaneo(?) che incalza il governo, ma non chiarisce le dinamiche e le responsabilità LOCALI.
Loro, questi giornali, pubblicano solo intercettazioni telefoniche e non sono abituati a riportare le delibere comunali, e quindi i loro lettori non "sanno".
Ma tu, da aquilana dovresti essere al corrente. E quibdi sai che i fatti riportati sono VERI.
ciao
Posta un commento