Cerca nel blog

martedì 21 settembre 2010

non basta più la disinformazione.... ora si passa al falso

Dietro lo scandalo del caso Fini (che non mi appassiona) nasce un altro scandalo forse di dimensione assai maggiore.
Riguarda alcuni giornali come Il Corriere della Sera, La Stampa, la Repubblica e il Fatto quotidiano, che vengono meno alla loro responsabilità di informare i propri lettori i quali, se non apprendessero le notizie da altre fonti, nulla saprebbero dei affari che coinvolgono, sembra anche pesantemente, la terza carica dello Stato.
Ma non basta, addirittura siamo arrivati al fatto che questi giornali riportano notizie false, ovvero il contrario della verità. Poveri lettori.
Ecco un esempio: l’altro giorno la Repubblica riportava la notizia, risultata falsa, che il senatore Antonio Caruso aveva testimoniato di non aver mai riferito all’ex tesoriere di An, Pontone, di un’offerta di circa un milione di euro avanzata al partito per l’appartamento che si continua a dichiarare ipocritamente fatiscente per giustificare congruo il prezzo di vendita di 300 mila euro. Con ciò ignorando, da parte di Pontone e compagni di An, non solo questa ed altre offerte, ma che la sola posizione dell’appartamento, anche se quest’ultimo fosse stato un rudere, valeva e vale da sola una stima assai superiore a quella ridicola che ci vogliono dare ad intendere coloro che credono di poterci prendere in giro.
Invece la verità vera è proprio l'opposto: il senatore Caruso al pm ha confermato punto per punto la dichiarazione che rilassciò tempo addietro, ossia che fu lui a mettere al corrente Pontone di questa offerta milionaria.
Capito?
Dunque, quando questa cosiddetta grande stampa tenta di dare qualche rigo di notizia sul caso Fini, lo fa addirittura per dire il falso e comunque per difenderlo.

Uno scandalo, questo che coinvolge questa tale specie di stampa, che non si è mai visto da molti lustri, e dovrebbe essere additato ad esempio nei libri di storia della comunicazione di come non si fa giornalismo, ed è così appariscente che ne diventano conniventi coloro che, potendolo fare, non lo rimarcano, condannandolo.

Nessun commento: